Maggio per i Nettunesi rappresenta da anni il mese in cui la popolazione omaggia e festeggia la sua protettrice, N.S. delle Grazie.
Fino a prima del Covid, c'era un lungo corteo di confraternite, parrocchie, bambini che avevano appena ricevuto la comunione, piccoli "angioloni", autorità civili e militari, banda musicale del paese ed ovviamente centinaia di fedeli a chiudere la processione con il loro cero in mano.
Ci sono delle figure chiamate in dialetto "incollatori" che si danno il cambio per portare a spalla la Madonna durante tutto il percorso.
Non ultime per importanza, ricordiamo le 13 priore: scelte a sorteggio nella Chiesa di San Giovanni tra tutte le giovani partecipanti residenti a Nettuno, devono aver assolto i sacramenti, essere nubili, senza figli, senza rapporti di matrimonio o convivenza. La prima sorteggiata sarà la capo priora.
L'usanza vuole che la capo priora venga omaggiata nella sua prima uscita pubblica dalla Banda musicale del paese che l'aspetta fuori la sua dimora, dove è stata raggiunta dalle altre 12 priore.
Negli anni, gli abiti tramandati da priora a priora (l'incarico dura solo 1 anno, e si può fare solo 1 volta nella vita) sono stati totalmente rinnovati e ricuciti secondo l'antico disegno originale.
L'abito è di colore rosso purpureo, arricchito da pizzi, merletti oro e argento; la veste è impreziosita dalla "tegola" che le ragazze indossano sopra l'antica pettinatura del tempo, trecce avvolte in fiocchi rossi. Indossano scarpe bianche e i gioielli di famiglia, quelli più antichi e sfarzosi per rendere omaggio alla Madonna delle Grazie.
Un abito da priora è sempre esposto in una teca al piano terra del Forte Sangallo, appartenuto alla Signora Anna Ottolini, sposata con Onofrio Di Petro.
La famiglia Di Pietro entra nella documentazione cittadina a partire dagli anni 1795, quando Panfilo inizia ad acquistare un certo numero di vigne e terreni e un'abitazione fuori dal borgo medievale, nella zona dell'attuale Piazza del Mercato.
Nel 1859 sempre la famiglia Di Pietro dovrebbe possedere una gran parte del Palazzo Segneri, che acquisteranno completamente tra il 1930 e il 1940, situato all'interno del borgo in quella che era Piazza del Gelso ed è oggi Piazza Segneri.
Proprio in questo palazzo ci hanno abitato Onofrio, la moglie Anna e i loro figli.
Questo costume tradizionale è stato donato al Comune di Nettuno dai Signori Anna e Alessandro Di Pietro, ultimi discendenti della famiglia, per essere esposto al pubblico del Forte, al fine di mantenere viva la memoria storica del costume tradizionale di Nettuno in uso nell'Ottocento.
L'Assessore alla cultura ha provveduto a far restaurare l'abito e ha curato la sua collacazione al Forte nell'aprile 2014; tutto il materiale esposto è originale, ad eccezone della gonna, che per l'elevato grado di deterioramento e la presenza della plissettatura, non è stato possibile restaurare. La gonna è stata pertanto rifatta nel rispetto delle caratteristiche originarie.
Il restauro è stato effettuato dalla Signora Lucia Dezi.
Si Trova all'interno del Forte Sangallo.
Ecco le cose da fare collegate a questo punto d'interesse.