Picture of La preparazione storica de "La Festa di Maggio"

La preparazione della festa cominciava il lunedì della settimana in cui si effettuava la processione della Madonna delle Grazie, molto prima per gli ordini religiosi, per via del riordino dei vestiti da far indossare ai giovani partecipanti.

L'arrivo di alcuni camion, carichi di pali, con rocce di fili di ferro, arcate da montare una quantità enorme di casse di lampadine colorate e fili elettrici di collegamento, scaricati strategicamente lungo il percorso della processione una squadra considerevole di operai, dava l'avvio ai lavori.

Per quattro giorni innalzavano pali, fissati solamente in alto, con tiranti di filo zincato, lungo le vie prestabilite, con una celerità unica; montavano le arcate in perfetto allineamento, stendevano linee collegandole ai cavi e, per un giorno intero avvitavano le lampadine.

Verso la sera del venerdì, accendevano in prova la luminaria e nella mattina di sabato facevano gli ultimi ritocchi.

Intanto verso la metà della settimana, l'atmosfera festosa nel paese cominciava ad arroventarsi, tutti i Nettunesi la sentivano, devoti e meno devoti; ormai sono secoli che si venera Nostra Signora delle Grazie, provenuta dal mare tempestoso di quel lontano 1550.

Osti, porchettari, pizzicaroli, ortolani con le fave, banchi di ambulanti con dolci, giocattoli e ricordini, e caffè e trattorie, fin dal giovedì sera erano pronti ad affrontare giorni di vendita eccezionali, ai devoti locali e non, che convenivano a Nettuno per vedere la processione.

Sabato finalmente, dopo tante preparazioni a cui avevano collaborato tutti, direttamente o indirettamente, verso le ore 20 comunciava a snodarsi dal Santuario il festoso e caratteristico corteo.

Tra due ali di popolo, assiepato nel piazzale del Santuario e nei lati della strada che portava in piazza, illuminate a giorno, tra le bancarelle che vendevano leccornie; le orfanelle ed i ragazzi della "Divina Provvidenza" aprivano la processione.

Seguivano lunghe file di paggetti, di Angeli, Angioloni, nelle loro meravigliose vesti finemente ricamate, dalle maestre Pie Filippini, avanti alle collegiali della "Casa del Sole"".

Poi l'Ordine Terziario Francescano con le Dame di S.Vincenzo, seguito da un lungo corteo di donne di mezza età ed anziane con la candela accesa in mano.

Le Figlie della Croce con i loro paggetti nel costume di velluto nero e Angiolonicon ali rilucenti.

La confraternita di S.Antonio Abate al completo, preceduta dall'alfiere con la bandiera ed un'innumerevole schiera di giovani dell'Azione Cattolica seguita da uomini adulti.

La Confraternita del SS Sacramento e del Carmine che con le loro "Palette" affiancavano le tre Priore in autentico costume nettunese.

La banda cittadina al completo, che suonava ininterrottamente inni sacri per tutto il percorso, avanti alle autorità civili e militari.

Seguivano le due file di incollatori, che si alternavano in marcia, alla macchina su cui era issata la Madonna sul trono, ammantata ed ingioiellata, scortata dai carabinieri.

Seguiva un imponente corteo di fedeli che cantavano le lodi alla Madonna.

Nel giorno successivo, di domenica, si effettuava la tanto attesa "Corsa dei cavalli" che coinvolgeva tutta la popolazione e le colonie d'immgrati disseminate per la campagna.

Altre numerosa manifestazioni, adesso in disuso, si svolgevano nell'arco della settimana e terminavano nella domenica successiva, quando si effettuava la processione di ritono, con l'estrazione della Tombola in Piazza ed il finale con i fuochi d'artificio.

Dipinto di Giuseppe Brovelli Soffredini.