Per interpretare correttamente i documenti storici giunti fino a noi, che ci aiutano a capire l’evoluzione della nostra città, è necessario sapere, in premessa, che i nomi che noi attualmente diamo ai vari luoghi, in origine erano diversi.
Oggi, per indicare l’area all’interno delle mura, è consolidato il termine “borgo”, mentre anticamente, veniva chiamato “Castra” o “Castello”, ed il “borgo”, contrazione di “sobborgo”, era l’insediamento (d’epoca successiva) ubicato fuori della cinta muraria.
Ancora oggi, sbagliando, alcuni chiamano “Castello” il Forte Sangallo, che appunto è una “Fortezza” e non un “Castello”.
Tutte le città fortificate, anticamente, erano denominate “Castello” e quindi anche Nettuno si poteva fregiare di quest’appellativo.
Ciò è comprovato da diversi manoscritti, dove si ritrova la dicitura “Castrum Neptuni” cioè “Castello di Nettuno”, proprio per indicare l’area fortificata abitata, che, dotata di portone d’ingresso, la sera veniva chiusa e protetta, fino alle luci dell’alba del giorno successivo.
In quest’area vivevano i nettunesi, mentre i forestieri di passaggio venivano alloggiati nel “borgo” e cioè al di fuori delle mura.
Il “Forte” di Nettuno, poi, è concepito proprio come prototipo di fortezza, difendibile, con le avanzate tecniche militari innovative dell’epoca, con soli otto uomini.
Possiamo passeggiare tra le vie che lo collegano: Via dello Steccato, Via del Cavone, Via di Sopra, di Mezzo e di Sotto, Piazza Colonna, Via del Quartiere e Via della Mola, Via di San Giovanni, Via del Forno a Soccio.
Sempre aperto