Protagonista di questa storia è un omone di un quintale e passa: Giuseppe Ottolini, nato a Nettuno.
Tra le molte cose fatte nella sua vita, quella che gli è riuscita meglio è quella di costruttore edile.
Sogna di costruire un intero quartiere e mette gli occhi sui 4 ettari di un terreno abbandonato, in una località malfamata e piena di misere abitazioni.
Apparteneva a tre ebrei di nazionalità americana, i Dodge. I nazisti li portarono via e li rinchiusero in un lager, dove morirono.
Gli eredi, che vivevano in America, non ne volevano sapere di venire in Italia, e decidono di rivolgersi al consolato italiano per cercare di vendere.
All'albo del consolato viene affisso l'annunzio, e due italoamericani acquistano il terreno per 31 milioni. Quando Ottolini lo sa, corre ad offrirgliene 100. Affare fatto.
Ottolini sogna un complesso grandioso, elegante, pratico e che si distingua: sul piano regolatore vi è la proposta di un alto edificio con funzione direzionale, le così aggiunge al suo sogno un bel grattacielo.
Ricorre all'architetto Eugenio Rossi ed all'ing. Oberdan Sbarra (al quale vengono affidati i calcoli in cemento armato e la direzione dei lavori), al prof. Riccardo Morandi, specialista in grattacieli (ne ha fatti tanti in Italia e all'estero).
Occorre risolvere il problema della stabilità di un grattacielo di 21 piani su un terreno sabbioso.
I tre tecnici trasformano in linee e numeri il sogno di Ottolini: ora i lavori possono cominciare.
Le difficoltà non mancano: bisogna sloggiare gli abusivi ed il mare porta via un ettaro di terreno.
Aggredisce il mare con grossi massi di pietra, il Demanio che lo vuole fermare, gl'infligge una multa ma Ottolini non molla.
Continua a combattere il mare con centinaia e centinaia di macigni. Ha già speso 50 milioni, quando lo Stato, che finalmente ha capito l'utilità della diga, interviene e la completa: il mare è imbrigliato.
Per dieci anni uomini e macchine non si fermano più, mettono insieme tre milioni di ore lavorative; Ottolini paga al personale due miliardi e cinquecento milioni.
Al primo fabbricato segue un secondo, alle palazzine si susseguono le villette.
E' un lavoro svolto con criteri razionali e moderni, con larghezza di mezzi e vedute, un lavoro che sembra dispendioso ma che fa invece, realizzare grosse economie: ad esempio, viene impiegato un montacarichi esterno del costo di 30 milioni, se non lo si fosse adoperato, ne sarebbero stati spesi 100 in più.
Questa macchina viene usata per portare sempre più in alto operai e materiali per costruire il grattacielo.
Via via che i piani salgono, aumenta l'interesse popolare, si vede sempre più gente che, col naso sempre più all'aria, guarda le formiche che lavorano lassù.
Ottolini e soci cominciano con un capitale relativamente modesto, ma lui ci sa fare: attraverso la pubblicità, suscita un tale interesse che ville ed appartamenti vengono acquistati a scatola chiusa, quando i lavori sono appena iniziati o ancora sulla carta. In pratica, l'opera si finanzia da sé.
Montagne di materiali affluiscono all'enorme cantiere: i pavimenti richiedono 2 milioni e 500 mila piastrelle, porte e finestre ammontano a 10.000, il cemento a 12.000 quanto ed il ferro a 3.600.
Per maggiori info sul Quartiere Scacciapensieri, leggete il sito internet allegato.
Foto da Wikipedia di Nicolucci Stefano.